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sabato 7 settembre 2013

Amazing Spider-Man #700 e quello che è successo a Peter Parker e pure a Dan Slott (SPOILER)

Ci sono eventi EPOCALI che attirano l’attenzione delle masse o dei nerd. Siccome io sono un po’ nerd (anche qualcosina di più di un po’), allora ho detto “Mo mi compro proprio il numero 600 Amazing Spider-Man italiano che contiene il numero 700 di Amazing Spider-Man l’americano” (ho detto proprio così, giuro!). Tra l’altro, ero a conoscenza delle enormi polemiche che questo numero ha suscitato in nerdolandia tutta (nerdolandia che ha dato il peggio di sé, arrivando a minacciare di morte l’autore della storia) e la cosa non ha fatto che aumentare la curiosità nei confronti dell’opera in questione.

Da semiprofano del fumetto d’importazione americano mi accosto all’albo con la convinzione (speranza) che sia un albo autoconclusivo sì legato a mamma continuity ma pur sempre leggibile anche da un poppante dei comics come il sottoscritto. E invece no, perché Amazing Spider-Man #700 è solo l’ultima parte di una storia cominciata non so bene quanti numeri prima. Nessun problema: il riassuntino nella seconda di copertina è più che sufficiente, per chi è capace di unire i puntini nei giochini della settimana ‘nimmistica, per capire a che punto siamo. Aperto l’albo, mi sono trovato (opera di Dan Slott, che s’è inventato un espediente fantascientifico – o fantascienzo, come direbbe DocManhatthan che di questa storia ne parla qui – davvero innovativo e di alto livello) con Peter Parker nel corpo morente del Dottor Ock (e con parte dei suoi ricordi e delle sue caratteristiche) e con il Dottor Polipone nel corpo giovane e aitante e con la faccia da quantosoffigo di Peter.

Ora, indipendentemente dalla reale importanza che si deve attribuire ad un evento del genere (cioè una cosa vicina allo zero), che valore ha questa storia? Per quel poco che ne so, anche qui, quasi zero. Perché i supereroi muoiono una volta ciascuno (almeno) e, se non ricordo male, la Marvel ha deciso di adottare la politica delle morti a rotazione, con tanto di estrazione del tizio da ammazzare da una bella urna in stile superenalotto. Tra le principali critiche che i fan duri e puri muovono a Slott c’è quella di non essere capace di scrivere un Peter Parker che sia realmente Peter Parker: in quest’ottica la sua trovata è un toccasana per tutti. Per lui, così non gli rompono l’argenteria di famiglia, per i fan che ora possono leggere senza timore che loro fratello Peter subisca chissà quali onte. È vero che la storia narrata non è esaltante, ma manco tutta da buttar via: vedremo come si comporterà Slott in Superior Spider-Man, la nuova testata ragnesca e poi potremo dare un giudizio sul suo operato in toto. Tanto, in prossimità del secondo film del reboot dell’aracnide, Peter tornerà e, probabilmente, cambierà anche il team creativo della testata, con buona pace di chi si sta rodendo il fegato.

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