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giovedì 20 giugno 2013

Bioingegneri!

Teoricamente, questo dovrebbe essere il primo di una serie di post dedicati all’ingegneria biomedica: visto che sempre più spesso chi deve iniziare l’università decide di intraprendere questa (poco lodevole) carriera, pur non sapendo realmente cosa è e cosa fa un ingegnere di questo tipo. Non posso e non voglio dare lezioni di vita a nessuno, tuttavia, avendo speso 5 anni e 3 mesi della mia vita per diventare un ingegnere biomedico, credo di poter dire qualcosa al riguardo.

Un ingegnere tipo

 Il primo passo per affrontare questo argomento è quello di sfatare alcuni miti che sono nati nel tempo attorno a questa disciplina:
-          NON è vero che, studiando ingegneria biomedica, studierete tante materie di stampo biologico/medico e meno materie di tipo tecnico. Nella maggior parte dei corsi di laurea (CdL) in ingegneria biomedica ci sono uno/due esami legati all’area strettamente medicale.
-          Un ingegnere biomedico è un TECNICO (così come lo sono tutti gli altri ingegneri) e NON è una figura ibrida tra un medico e uno scienziato d’altro tipo.
-          Un ingegnere biomedico NON si occupa (generalmente) di ingegneria genetica (che NON è una branca dell’ingegneria ma della biologia)
-          Un ingegnere biomedico può occuparsi di protesi o lavorare in ospedale, ma NON sono le uniche cosa che potrebbe fare, anzi.
-          Generalmente gli ingegneri biomedici NON sono ingegneri progettisti.

In aggiunta, una cosa fondamentale da sapere e capire è che, in linea di massima, la figura dell’ingegnere biomedico è ancora poco nota all’interno del mondo del lavoro; spesso, anche le aziende che producono dispositivi medicali NON sono interessate a questa figura professionale.
Ho conseguito la laurea presso il Politecnico di Torino, quindi, parlando della formazione che riceve un ingegnere biomedico mi rifarò alla mia esperienza personale e ai programmi didattici del PoliTo.
In primo luogo, mi sento di affermare che il tipo di formazione proposto ed erogato è più orientato al mondo della ricerca che non a quello delle aziende. In aggiunta, le discipline proposte sono un mix tra materie meccaniche ed elettroniche: le basi che vengono fornite agli studenti sono certamente solide, ma manca, in entrambi i casi, il necessario e dovuto approfondimento che potrebbe garantire quel quid in più al neolaureato.
La domanda che potrebbe sorgere spontanea è: quindi un ingegnere biomedico non lavorerà mai in azienda? La risposta è: si, gli ingegneri biomedici lavorano in azienda, ma, spesso (non sempre), con ruoli per cui la specializzazione biomedicale è del tutto ininfluente (quindi fanno lavori parzialmente estranei al loro percorso formativo).  

Ma quindi, che kaiser fa un ingegnere biomedico? Proverò a parlarne, più o meno nello specifico, nel prossimo post (sperando che ci sia). 

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