Teoricamente, questo dovrebbe essere il primo
di una serie di post dedicati all’ingegneria biomedica: visto che sempre più
spesso chi deve iniziare l’università decide di intraprendere questa (poco
lodevole) carriera, pur non sapendo realmente cosa è e cosa fa un ingegnere di
questo tipo. Non posso e non voglio dare lezioni di vita a nessuno, tuttavia, avendo
speso 5 anni e 3 mesi della mia vita per diventare un ingegnere biomedico,
credo di poter dire qualcosa al riguardo.
Un ingegnere tipo |
Il primo passo per affrontare questo argomento
è quello di sfatare alcuni miti che sono nati nel tempo attorno a questa
disciplina:
-
NON è vero che, studiando
ingegneria biomedica, studierete tante materie di stampo biologico/medico e
meno materie di tipo tecnico. Nella maggior parte dei corsi di laurea (CdL) in ingegneria
biomedica ci sono uno/due esami legati all’area strettamente medicale.
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Un ingegnere biomedico è un
TECNICO (così come lo sono tutti gli altri ingegneri) e NON è una figura ibrida
tra un medico e uno scienziato d’altro tipo.
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Un ingegnere biomedico NON si
occupa (generalmente) di ingegneria genetica (che NON è una branca
dell’ingegneria ma della biologia)
-
Un ingegnere biomedico può
occuparsi di protesi o lavorare in ospedale, ma NON sono le uniche cosa che
potrebbe fare, anzi.
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Generalmente gli ingegneri biomedici NON sono ingegneri progettisti.
In aggiunta, una cosa fondamentale da sapere e
capire è che, in linea di massima, la figura dell’ingegnere biomedico è ancora
poco nota all’interno del mondo del lavoro; spesso, anche le aziende che
producono dispositivi medicali NON sono interessate a questa figura
professionale.
Ho conseguito la laurea presso il Politecnico
di Torino, quindi, parlando della formazione che riceve un ingegnere biomedico
mi rifarò alla mia esperienza personale e ai programmi didattici del PoliTo.
In primo luogo, mi sento di affermare che il
tipo di formazione proposto ed erogato è più orientato al mondo della ricerca
che non a quello delle aziende. In aggiunta, le discipline proposte sono un mix
tra materie meccaniche ed elettroniche: le basi che vengono fornite agli
studenti sono certamente solide, ma manca, in entrambi i casi, il necessario e
dovuto approfondimento che potrebbe garantire quel quid in più al neolaureato.
La domanda che potrebbe sorgere spontanea è:
quindi un ingegnere biomedico non lavorerà mai in azienda? La risposta è: si,
gli ingegneri biomedici lavorano in azienda, ma, spesso (non sempre), con ruoli
per cui la specializzazione biomedicale è del tutto ininfluente (quindi fanno
lavori parzialmente estranei al loro percorso formativo).
Ma quindi, che kaiser fa un ingegnere
biomedico? Proverò a parlarne, più o meno nello specifico, nel prossimo post
(sperando che ci sia).
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