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lunedì 23 settembre 2013

Da Romoletto: la recensione mangereccia

Iniziando a lavorare ho scoperto che le cene con i colleghi sono una eccellente occasione per scoprire posti che mai e poi mai, da studente, avresti preso in considerazione per organizzare qualcosa con i tuoi amici. Capita, allora, di fare scoperte interessanti, capita di farne di buone e capita di farne di salvabili.
Da Romoletto rientra nella terza categoria: situato in Piazza della Repubblica a Torino (zona Porta Palazzo, per capirci), è un posticino appartato, che se ne sta li buono buono in un angolo della piazza. Arriviamo con grandi aspettative, leggende narrano di un posto in cui ci si diverte un casotto, si balla sui tavoli dopo cena e… bo, basta, si dice questo.
Entriamo e ci accoglie tutto un mix di profumi provenienti dalla cucina, situata proprio in prossimità dell’ingresso: nulla di male, anche se forse sarebbe più bello non profumare come una frittura di pesce quando ci si siede a tavola. Le persone all’interno non sono tante: una tavolata di una decina di persone e un paio di coppie, nella mia testa parte il segnale d’allarme (colore giallo).
Il locale di per sé è carino, gli spazi sono larghi e ben arredati, punto senza dubbio a favore. Tuttavia, i primi problemi cominciano con le ordinazioni: molti dei piatti nel menù non possono essere ordinati a causa della mancanza di ingredienti. Ora, un locale nel centro di una grande città, di venerdì sera, può permettersi una cosa del genere? No, ma ormai siamo seduti a tavola e amen. Per spizzicare qualcosa e spezzare la fame decidiamo di ordinare due pizza da dividere in 7 persone. Il servizio è lento, ma di pizze ne arrivano tre di cui una omaggio: buona la materia prima, meno l’impasto e la cottura. Ordino una entrecote di  angus, piatto che adoro. La porzione è abbondante, la carne leggermente troppo cotta e dura, mentre il gusto è un po’ coperto dal sale. Non che questa carne me la sia proprio gustata alla grande, eh! Quel che s’è salvato, però, è il vino (ma proposto a prezzi irragionevoli). Tuttavia, nonostante il costo del vino, appunto, con 17 euro a persona abbiamo mangiato in abbondanza e discretamente.
Ve lo consiglio? Se non avete grossissime pretese, si. Il rapporto qualità/prezzo del cibo è buono e il servizio, per quanto lento, è portato avanti da persone disponibili e gentili. I difetti sono tanti, ma, se ci andate con il giusto spirito, riuscirete a soprassedere.

Ah, quasi dimenticavo: non si balla sui tavoli né si canta. Ciao serate balorde, ciao. 

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